Il professor Ernesto Billò ha recentemente pubblicato una lettera aperta a titolo “Va trovata un’altra sede agli uffici dei Giudici di Pace“. La sua è una accorata difesa del valore storico e della funzione civica e culturale delle sale dell’antico Palazzo di Città di Mondovì. Scrive anche: “attendo con speranza […] un pronunciamento di esponenti di associazioni culturali cittadine. Sono comunque disposto ad apparire – a futura memoria – come unico e isolato bastian contrario”.
Ebbene no, caro Professore, non sarà ricordato come l’unico ad avere forti, fortissime perplessità riguardo alla scelta dell’amministrazione comunale di dare una nuova destinazione agli spazi del Palazzo. La nostra associazione, Nuova Mondovìphoto, da molti anni costituisce un punto di incontro e condivisione per numerosi appassionati di fotografia del Monregalese. Uno dei nostri scopi è far conoscere la fotografia in quanto arte e passione, e questo obiettivo si serve di esposizioni, conferenze, laboratori aperti al pubblico. Negli anni abbiamo sempre potuto contare sul supporto, assolutamente essenziale, dell’amministrazione comunale, al punto che ci riteniamo ormai parte dell’offerta culturale di Mondovì. Sono state molte le occasioni di supporto, ma anche di sinergia, troppe per elencarle; vale tuttavia la pena di portare un esempio. Da molti anni Mondovìphoto organizza un concorso fotografico nazionale, quasi un unicum nella Granda. Attorno a questo evento ruotano esposizioni, conferenze, presentazioni, laboratori, lezioni di fotografi. Queste attività non possono prescindere da contenitori adeguati, che non si limitano ad aree espositive, ma devono includere, negli stessi spazi, sale per conferenze e discussioni. È difficile pensare a un luogo più adatto delle sale del Palazzo di Città. E questo non solo per la funzionalità di avere nello stesso punto la possibilità di esporre, proiettare, presentare, ma anche per il prestigio del palazzo, ben ricordato dal professor Billò. Sappiamo inoltre di non essere i soli ad avere simili esigenze: negli anni abbiamo condiviso le sale con numerose altre iniziative culturali di scuole, associazioni, privati. Facciamo quindi nostro l’appello di Billò, che nel nostro caso potrebbe suonare così: “cara Amministrazione, grazie per averci aiutato in tutto questo tempo. Siamo certi che continuerete a farlo, ma dove lo troviamo un posto come l’antico Palazzo di Città? Ai Giudici di Pace servono uffici adeguati, alla cultura servono adeguati spazi di condivisione“.